Sono quattro gli adulti della parrocchia di Santa Teresa che si stanno preparando per la Cresima. Tra loro anche Fernanda Dias, di Capo Verde, a Piacenza da anni per lavorare come badante. Una bella storia di fede e integrazione, nella quale non manca l’emozione di raccontarla.
Il rito si svolgerà domenica 7 maggio in San Giovanni in Canale, che, come la parrocchia che si trova lungo Corso Vittorio Emanuele, fa parte della comunità pastorale numero due di Piacenza, affidata a don Riccardo Ghisoni.
A lezione di dottrina, dunque, ma con uno spirito e un percorso completamente diversi da quelli rivolti ai ragazzi. Un progetto coordinato dal Vescovo della Diocesi di Piacenza-Bobbio Monsignor Adriano Cevolotto, e affidato, attraverso le parrocchie, al servizio diocesano di cui è responsabile Matteo Dell’Orto, il diacono a cui il Vescovo ha dato la delega e che vediamo nella foto con Fernanda Dias.
“Nel caso dell’iniziazione cristiana degli adulti- ci spiega Dell’Orto-intesa come Battesimo, Comunione e Cresima, il percorso è più lungo, si parla di circa due anni e i sacramenti vengono somministrati dal Vescovo durante la veglia pasquale.
Per quello che riguarda solo la Cresima, si procede in modo differente. Si parte sempre rivolgendosi alla Parrocchia di riferimento, che a sua volta affida al servizio diocesano questo tipo di preparazione, concentrata in un periodo più breve”.
Quattro incontri itineranti, dunque, sul tema dello Spirito Santo. In particolare, le lezioni seguite dagli adulti di Santa Teresa, si sono svolte in Duomo, presso la Caritas, in Curia e negli spazi adiacenti la Parrocchia di Santa Teresa per un incontro finale di sintesi e confronto.
“Abbiamo cercato di rispondere alla domanda: in quali luoghi lo Spirito Santo ha fatto qualcosa per la Chiesa piacentina?” Matteo Dell’Orto ci spiega anche come: “Siamo stati in Cattedrale per rispolverare, attraverso segni e simboli, alcuni elementi fondamentali della fede; in Caritas, per ascoltare la testimonianza di Dina, volontaria, e per vedere la mensa e un alloggio, sedi di servizi indispensabili e di grande valore; infine in Curia, per capire come funzionano i meccanismi decisionali basati su un principio sinodale di continuo confronto.” L’ultimo incontro, è servito per ricordare alcuni aspetti della preparazione e anticipare i passaggi del rito.
“Un’esperienza utile-ci hanno detto i partecipanti alla formazione- per rendersi conto di come opera la Chiesa” Ma la domanda principale è anche un’altra, comune a tutti:
“Perché la Cresima adesso, da adulti? perché non prima, nei tempi canonici?” Le ragioni per non aver completato il ciclo dei sacramenti si legano spesso a motivi personali, a spostamenti frequenti, all’impossibilità fisica di seguire le tappe per arrivare alla conclusione.
Tra i quattro adulti che abbiamo incontrato c’è anche una coppia in procinto di sposarsi. Nessuno dei due aveva completato il ciclo di iniziazione cristiana “ Ci siamo spostati spesso e anche il periodo della pandemia ha complicato le cose. L’anno scorso (racconta lei) avrei dovuto far da madrina a mio nipote e non ho potuto. Tra poco ci sposeremo e vogliamo farlo in chiesa. Ecco perché ci siamo decisi ad intraprendere il percorso insieme. Un’opportunità interessante. Al di là della necessità contingente, ci ha permesso di scoprire contenuti di fede e culturali attuali.”
Per Fernanda Dias, a Piacenza da anni come badante, un ulteriore tassello che conferma la sua completa integrazione. “Nel mio paese sarebbe stato più complicato effettuare questo percorso-ci racconta- qui mi sono trovata molto bene e il ciclo di incontri mi è servito per capire che la Chiesa è impegnata in azioni anche concrete molto importanti.”
E non manca l’emozione per il rito che l’aspetta il 7 maggio. Una giornata speciale nella quale Fernanda sarà festeggiata dai tanti che le vogliono bene. Da anni assiste anziani e garantisce supporto a famiglie piacentine, conquistandosi la stima e l’affetto di tanti. Quello della Cresima si annuncia come un giorno di gioia, alla vigilia del suo ritorno a casa, per qualche settimana. Per riabbracciare la sua famiglia e raccontare, tra le tante, anche questa esperienza piacentina.