Il problema non è la cancellazione di un’iniziativa; ogni Amministrazione è libera di proporre, cancellare o ridimensionare, secondo i propri progetti. Ancor più comprensibile è dover fare i conti con le disponibilità economiche comunali sempre più esigue, che impongono la necessità di scegliere. Sarebbe però auspicabile intervenire con un minimo di prudenza e qualche sensibilità, perché non è sempre vero che i gatti siano tutti bigi.
Cassare un piccolo festival come Pulcheria, non è un bellissimo segnale in questo momento, proprio mentre il mondo femminile, a fronte di un ormai indiscusso processo di parità dei diritti e delle opportunità, è quotidianamente protagonista delle più tragiche pagine di cronaca per violenze, abusi e discriminazioni. Già il fatto che la manifestazione, ideata e voluta all’epoca da una Giunta di centrodestra, sia sopravvissuta negli anni al cambio di colore delle Amministrazioni, offre uno spunto di riflessione, giacché non accade troppo sovente; questo non ne rappresenta di per sé il valore ma può far riflettere sull’opportunità di un’occasione di riconoscimento delle peculiarità femminili, promosso e sostenuto dalla civica comunità. E’ questo il senso: una città che si ritrova per qualche giorno a celebrare il valore delle donne, a condividere le loro battaglie e a riconoscerne i successi. E’ un messaggio di civiltà irrinunciabile, quasi di protezione e riaffermazione di sacrosanti diritti, specialmente quando il mondo che viviamo si scontra quotidianamente con culture che ancora vogliono imporre discriminazione e sottomissione.
Mantenere a bilancio poche migliaia di euro per un’occasione di doverosa attenzione, non è sprecare denaro, perché il nostro vivere è fatto anche di messaggi positivi. Non so se riducendo lo stanziamento attuale, sia comunque possibile organizzare una manifestazione decente (già nell’ultimo decennio la bravissima Direttrice Artistica, Paola Pedrazzini, si è esibita in non pochi salti mortali, per garantire un livello ben più che dignitoso), ma su un tema di questo genere non si può far passare il messaggio “non ci interessa”. D’altra parte, altre possibilità di risparmio esistono anche nel comparto dello spettacolo, magari rivedendo, nei modi e tempi opportuni, alcuni contratti e concessioni; senza contare che la soppressione del Festival del Diritto ha, di fatto, liberato una serie di possibili sponsorizzazioni parapubbliche e private, che però non sarebbero certo concesse a occasioni palesemente snobbate o avversate dal Comune.
Si può e si deve essere orgogliosi di vivere in una città il cui Sindaco e il suo Vice sono donne; è un traguardo importante ma leggendo i giornali, ci si accorge che il lavoro non è compiuto e tante altre donne hanno anche bisogno di sentirsi al centro delle nostre migliori attenzioni.
Alberto Fermi