Torna dopo quarantadue anni sul palcoscenico del Teatro Municipale di Piacenza “La Wally” di Alfredo Catalani. Un’occasione unica per ammirare questo titolo tutto da riscoprire, assente da oltre trent’anni anche dai cartelloni italiani, grazie al nuovissimo allestimento coprodotto da Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Teatro del Giglio di Lucca.
Sipario alzato sulla “prima” del dramma lirico in quattro anni, su libretto di Luigi Illica, venerdì 17 febbraio alle ore 20.30 con replica domenica 19 febbraio alle ore 15.30, mentre la consueta anteprima per le scuole è prevista mercoledì 15 febbraio alle ore 15.30. A dirigere l’orchestra Regionale dell’Emilia Romagna sarà la bacchetta di Francesco Ivan Ciampa, già apprezzato a Piacenza in “Simon Boccanegra” e “Macbeth” nelle scorse Stagioni liriche, mentre il Coro del Teatro Municipale sarà guidato da Corrado Casati. Cast d’eccezione che vedrà nel ruolo di Wally l’acclamato soprano spagnolo Saioa Hernandez, della quale la grande Montserrat Caballé ha detto: “Per me è la diva del nostro secolo”, il tenore serbo Zoran Todorovich protagonista della scena operistica internazionale, che dopo il successo de “La Wally” all’Opéra de Montecarlo nel 2016 torna a vestire i panni di Giuseppe Hagenbach, il baritono Claudio Sgura di casa nei più prestigiosi teatri europei (Vincenzo Gellner), Serena Gamberoni (Walter) soprano dalla spiccata presenza scenica, che attualmente studia con Raina Kabaivanska – protagonista tra l’altro nel ruolo di Wally dell’ultimo allestimento di quest’opera visto a Piacenza nella lontana stagione lirica 1975 -, il basso Giovanni Battista Parodi (Stromminger), il mezzosoprano Carlotta Vichi (Afra) e il basso piacentino Mattia Denti
(Il Pedone).
A firmare la regia Nicola Berloffa, anch’egli già applaudito dal pubblico del Municipale nel 2015 ne “Les Contes d’Hoffmann”, che abbandona per quest’allestimento ogni immaginario folklorico e bucolico e ammanta la storia di suggestioni quasi “noir”: “Wally si macchia di peccati capitali – spiega nelle note di regia – abbandona il padre, premedita un omicidio, si lascia andare alla dissolutezza concedendosi a Gellner con il solo scopo di ottenere da lui la morte di Hagenbach e infine si suicida. Verrà dipinta come un’eroina a tinte scure”.
“Libera come la luce e il vento”, Wally si muove dunque in un universo intriso di amore, morte, passioni estreme, che caratterizzano il libretto tratto dal romanzo Die Geier-Wally di Wilhelmine von Hillern, e che guardano al retaggio del Romanticismo tedesco e a tinte quasi espressioniste. E anche l’ambientazione che vedremo sul palco è ispirata a questa visione, con “la montagna che incombe minacciosa sui protagonisti della vicenda fin dall’inizio – spiega ancora Berloffa – in tutta la sua grandezza e pericolosità”. Saranno le suggestive scene di Fabio Cherstich a evocare la forza distruttrice della tragica vicenda di Wally, insieme ai costumi di Valeria Donata Bettella e alle luci di Marco Giusti.
“La Wally” andò in scena per la prima volta alla Scala con grandissimo successo il 20 gennaio 1892. Catalani, già gravemente ammalato, morì l’anno seguente a soli 39 anni, stroncato dalla tubercolosi. Il compositore lucchese, conterraneo di Puccini e di soli quattro anni più giovane, affida dunque a quest’opera il suo testamento musicale.
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