HomeAttualitàFasti Farnesiani. L’intervento di Andrea Bricchi e la sua verità

Fasti Farnesiani. L’intervento di Andrea Bricchi e la sua verità

Fasti infestati dalle polemiche quelli della mostra piacentina a palazzo Farnese. Con riferimento alle vicende legate alla proposta culturale dei Fasti Farnesiani, e alla rassegna Inverno Farnesiano che parallelamente ne accompagnerà lo svolgimento con una serie di eventi, arriva anche la nota di Andrea Bricchi, escluso dal ruolo di direttore artistico e pronto dunque a raccontare la sua verità , non prima di aver precisato perché e perché adesso:

“Ho preso atto e accettato, pur con rammarico, le decisioni prese-spiega Bricchi-Chi non si sarebbe sentito deluso e amareggiato, dopo aver speso tanto tempo, impegno e anche “immagine pubblica”?
Eppure mi ero deciso a soprassedere, preferendo non commentare e non rilasciare alcuna dichiarazione, fino a quando, Domenica scorsa, non è apparsa su Libertà quella precisazione del tutto inaccettabile, in cui si dice che mi ero speso per soli due eventi e che il problema “burocratico” era legato al codice degli appalti. Questo non lo posso accettare, perché se per un anno ci si è mossi in un certo modo, non è possibile che adesso si affermi una cosa simile, che oltretutto sminuisce il mio impegno….

Infine chiarisco-conclude Bricchi-che, a scanso di equivoci, non ho alcun risentimento per chi eventualmente seguitasse il lavoro che ho contribuito a impostare, cui invece auguro i migliori successi. Semplicemente affermo che posso accettare di essere escluso, pur con dispiacere, ma non che poi si aggiungano informazioni non corrispondenti ai fatti.”

LA NOTA STAMPA DI ANDREA BRICCHI

Un anno fa l’assessore Fiazza mi chiese d’aiutarlo a costruire il progetto dei fasti farnesiani. Accettaicon entusiasmo per amore della cultura e della città, senza richiedere alcun compenso.
L’assessore mi chiese d’accompagnarlo nel dialogo con i principali partner potenziali e, da subito,mi prospettò l’opportunità d’assumere la carica di coordinatore del progetto, cosa che confermava
anche ai vari interlocutori istituzionali.
A Maggio venne istituito un Comitato Scientifico che raccoglieva alcuni dei massimi esponenti del mondo della cultura, studiosi, accademici e professori di fama internazionale. Fu un grande onore
farne parte. Partecipai a numerose riunioni con tutti loro, fino ad estate inoltrata.
Con mia sorpresa, a Settembre, scoprii invece di non essere più parte del comitato scientifico, così come altri cinque membri sopracitati.
Chiesi spiegazioni e mi disse che s’era ritenuto di ridurre il comitato e che avrei invece avuto l’incarico di costruire, insieme a lui, 40 eventi correlati. Ancora una volta accettai.
Seguirono numerose riunioni in cui stabilimmo un budget per retribuire gli artisti, che contattai quasi tutti personalmente, e un palinsesto per tali eventi. Non risponde al vero quanto apparso su Libertà del 17/12, in cui si parla di “due eventi” da me seguiti. Ovviamente conservo documenti che lo attestano.
Inoltre mi venne chiesto di mettere a disposizione l’associazione “Pierluigi Bricchi” per l’organizzazione. Mi resi disponibile, come emerge dal primo materiale promozionale stampato.
Venni invitato alla conferenza stampa dove l’assessore ufficializzò quanto poi riportato dai giornali:
“L’ing. Bricchi è direttore artistico di Inverno Farnesiano, avendo costruito insieme a me i 40 eventi correlati, fiore all’occhiello di questa importantissima manifestazione culturale”.
La sera stessa fui invitato all’inaugurazione, dove il mio ruolo fu confermato. Sei giorni dopo fui convocato nel suo ufficio e mi disse che, per ragioni “burocratiche”, formali e organizzative, non sussistevano i requisiti per continuare con la mia associazione e con me.
Mi chiedo se in tutti quei mesi in cui, oltre a me, diversi uffici comunali diedero il loro contributo ai lavori fino allora svolti,
non fosse necessario formalizzare alcunché.
Conservo numerosi carteggi con uffici comunali, l’assessore e la società Electa.
Viene da chiedersi perché io sia stato ufficialmente presentato come “direttore artistico” dall’assessore, solo una settimana prima che si sentisse la necessità di un “appalto”, anziché una usuale collaborazione organizzativa.
È evidente che io non possa non essere rammaricato. Chi non lo sarebbe, dopo tanto impegno? Ma pur avendo ormai accettato questa decisione, senza ulteriori rimostranze, non posso soprassedere su
quanto apparso sul giornale di Domenica. Rinnovo i miei più fervidi auspici di successo a chi porterà eventualmente avanti il mio lavoro, ma non posso permettere che si sminuisca quanto sopra, parlando
di “fattiva collaborazione per soli due eventi” o di mancanze formali, che certamente non possono essere a me attribuite.

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