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E’ nata l’Associazione Piacenza Città Primogenita “Nel solco di quanto fatto da Corrado Sforza Fogliani”

Si é svolto al PalabancaEventi il battesimo ufficiale dell’Associazione culturale Piacenza Città Primogenita. Una presentazione caratterizzata da un approfondimento legato ai contenuti che la nuova Associazione punta a valorizzare, ovvero la storia piacentina e italiana attraverso il Risorgimento.

Il primo evento é stato un incontro dedicato a “Don Raffaele Sforza Fogliani (1815-1869). Un canonico risorgimentale tra Fede e Patriottismo”. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Associazione Archistorica, Famiglia Piasinteina e Collegio Alberoni-Opera Pia Alberoni.

L’intervento di saluto del presidente della Banca Giuseppe Nenna

ANELLI PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE Dopo i saluti iniziali di Giuseppe Nenna, presidente della Banca di Piacenza, sono intervenuti Danilo Anelli (presidente dell’associazione) che ha presentato le finalità e gli obiettivi del progetto e che ha ringraziato la Banca di Piacenza per la collaborazione.

“Un’associazione che vuole avere programmi di ampio respiro-ha precisato Anelli illustrando le caratteristiche del nuovo progetto culturale-non a caso partiamo dalla storia di un personaggio che ha dato vita al Risorgimento piacentino, con effetti anche sulla storia del Risorgimento italiano. Una figura a cui aveva dedicato grande attenzione Corrado Sforza Fogliani.”

E ancora “Questa associazione é stata fondata da una serie di amici e nasce anche per restare uniti e proseguire così l’impegno nel solco tracciato dall’indimenticato Corrado Sforza Fogliani. Io sono il presidente, ma con me ci sono tanti amici da Carlo Giarelli a Francesco Mastrantonio, vice-presidente dell’associazione.

TANTE INIZIATIVE “La carica di Presidente onorario-ha proseguito Anelli- é stata invece assegnata ad Antonietta De Micheli Sforza Fogliani. Una carica non formale, ma di sostanza. Contiamo molto sull’aiuto e sull’esperienza della prof. De Micheli che ha condiviso con il marito la passione per questa parte della storia.

A breve sarà presentato il calendario delle iniziative che intendiamo mettere in campo e che decideremo domani nel corso del consiglio direttivo. Posso anticipare che ci sarà una visita a Torino per conoscere i luoghi di Cavour, ma le idee sono tante e diverse.

Speriamo-ha concluso Anelli- anche di poter raccogliere adesioni da parte di numerosi soci. Il costo della tessera annuale (già valida per il 2024) é di 20 euro”.

IL PRIMO INCONTRO Manrico Bissi é stato protagonista della prima parte dell’incontro dedicato a Don Raffaele Sforza Fogliani con un approfondimento sul tema “La Chiesa e il Risorgimento: clero progressista e “codini” conservatori. Profilo biografico di Don Raffaele Sforza Fogliani” mentre Giorgio Braghieri ha concluso la serata con un intervento dedicato al tema “Collegio Alberoni, fucina del Pensiero risorgimentale piacentino”

 

IL COMUNICATO STAMPA 

Risorgimento, nata una nuova associazione nel solco dell’opera di Corrado Sforza Fogliani

Battesimo al PalabancaEventi per il sodalizio culturale “Piacenza Città Primogenita”con una conferenza su don Raffaele Sforza Fogliani, esponente del clero liberale

Il PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Panini) ha tenuto a battesimo la neonata associazione culturale “Piacenza Città Primogenita” con un partecipato incontro sulla figura del canonico risorgimentale don Raffaele Sforza Fogliani, promosso in collaborazione con Archistorica, Collegio-Opera Pia Alberoni, Banca di Piacenza e Famiglia Piasinteina e coordinato dal giornalista Robert Gionelli.

«Volentieri ospitiamo la presentazione di questo nuovo sodalizio – ha osservato il presidente della Banca Giuseppe Nenna, annunciando che l’Istituto di credito si iscriverà subito all’Associazione – nato per portare avanti e non disperdere una delle tante passioni del nostro compianto Corrado Sforza Fogliani: la storia risorgimentale, soprattutto se legata alla sua amata città. E non è un caso che il tema della prima conferenza organizzata dal neonato sodalizio si riferisca alla figura di un suo “predecessore di famiglia”, come lo stesso Presidente lo definiva. Don Raffaele Sforza Fogliani era un esponente del clero liberale che nel 1863 celebrò i funerali di padre Davide da Bergamo, di cui era ammiratore e amico. E qui il collegamento con Santa Maria di Campagna viene naturale: padre Davide fu per 45 anni organista della Basilica tanto amata e tanto valorizzata dal nostro Presidente e dalla nostra Banca».

Danilo Anelli, presidente della nuova associazione (che ha sede presso lo studio Sforza Fogliani, in via Garibaldi), ha ringraziato la Banca di Piacenza e Maria Antonietta De Micheli, moglie dell’avv. Sforza, per i suoi preziosi suggerimenti a beneficio della nuova realtà di cui è presidente onorario (vicepresidente è Francesco Mastrantonio). «Lavoreremo in continuità con l’opera di Corrado Sforza Fogliani per la conoscenza della storia di Piacenza e del Risorgimento», ha spiegato Anelli annunciando l’uscita nei prossimi giorni del calendario di iniziative messe in campo fino a giugno 2024 e la realizzazione di un sito web.

L’assessore alla Cultura Christian Fiazza ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale «che sarà – ha sottolineato – partner di questa nuova avventura».

A Manrico Bissi il compito di tracciare il profilo biografico di don Raffaele Sforza Fogliani. «Siamo uno dei pochi Paesi – ha premesso il presidente di Archistorica a sottolineare lo scarso appeal della storia risorgimentale – che non va fiero della propria unità nazionale. Per capire il Risorgimento occorre conoscere i protagonisti che ne hanno scritto le pagine». E l’oratore ha affrontato il tema partendo da Félicité Robert de La Mennais (1782-1854), considerato il padre del Cristianesimo liberale. Il sacerdote francese da subito si mostrò contrario ad ogni sovrapposizione fra Stato e Chiesa e appoggiò i moti patriottici del Belgio e dell’Irlanda. Criticò duramente Papa Gregorio XVI per il suo appoggio alla Russia nella repressione della rivolta polacca e da ciò scaturì la condanna del Papa con l’enciclica Mirari Vas, che mise all’indice tutto ciò in cui credeva La Mennais: il rinnovamento della Chiesa, la libertà di coscienza, la ribellione ai sovrani, l’indifferentismo religioso, la libertà di stampa e di pensiero, la separazione Stato-Chiesa.

In Italia, i riferimenti furono – ha illustrato l’arch. Bissi – Vincenzo Gioberti (1801-1852) e Antonio Rosmini (1797-1855). Gioberti, presbitero torinese, prefigurava la nascita di uno Stato italiano federale guidato dalla presidenza del Papa; fu deputato al Parlamento di Torino nonché ministro in vari governi piemontesi. Rosmini, sacerdote trentino di nobile famiglia, postulò la visione di uno Stato liberale che preservasse la proprietà e l’iniziativa privata (Stato minimo); nutrì sentimenti patriottici che gli valsero l’ostilità dei Borbone e dell’Austria, ma non aderì alla Repubblica romana e seguì Papa Pio IX nell’esilio di Gaeta; ripreso il potere nel 1850, il Papa abbandonò l’aura liberale trasformandosi in reazionario.

Don Raffaele Sforza Fogliani (1815-1869), nato a Vicobarone da nobile e antica famiglia piacentina, compiuti gli studi al Collegio Alberoni ottenne l’ordinazione sacerdotale, cui seguì la laurea in Giurisprudenza. A seguire, si impegnò nell’insegnamento del Diritto canonico all’Università di Piacenza. «Nel 1849 – ha proseguito il relatore – venne eletto vescovo mons. Antonio Ranza, cattolico di antico stampo, conservatore e perciò avverso allo Sforza Fogliani, che aveva invece abbracciato l’orientamento liberale di Gioberti, Rosmini e La Mennais. Nel 1860, favorevole alla causa nazionale italiana, don Raffaele fu tra i sacerdoti liberali ricevuti da Vittorio Emanuele II (a Palazzo Mandelli, allora sede della Prefettura) in visita a Piacenza». L’impegno civile di don Raffaele si concretizzò nel sostegno al Plebiscito («che portò poi a Piacenza Primogenita»), e ai ruoli ricoperti in qualità di consigliere comunale e provinciale, direttore delle scuole magistrali, consigliere della Cassa di Risparmio, cavaliere mauriziano. «Don Raffaele Sforza Fogliani – ha concluso l’arch. Bissi – diede prova del suo liberalismo firmando nel 1862 la Petizione di don Carlo Passaglia, alla quale aderirono 9.000 sacerdoti liberali italiani, con cui si chiedeva a Pio IX la formale rinuncia al potere temporale su Roma».

L’intervento di Giorgio Braghieri ha riguardato il Collegio Alberoni fucina del pensiero risorgimentale piacentino. «La storia del clero piacentino negli anni preunitari e sino all’unità d’Italia – ha spiegato il presidente dell’Alberoni – vede protagoniste due istituzioni: il Seminario urbano, sotto il controllo del Vescovo, che preparava i sacerdoti legati alla tradizione e diffidenti verso le novità e il Collegio Alberoni e, dal 1846, il Seminario vescovile di Bedonia, sotto la direzione dei Missionari Vincenziani piemontesi, aperti alle esigenze pastorali e culturali che il periodo postrivoluzionario francese e napoleonico aveva dischiuso. Gli ex alunni dell’Alberoni furono i più sensibili alle aspirazioni italiane ed europee, tutti forniti di grande cultura, il cui capo carismatico, don Giovanni Battista Moruzzi, professore in materie scientifiche, divenuto poi rettore del Seminario Urbano, fu insigne educatore animato da profondo spirito cristiano e filantropico».

Degno di citazione, e antesignano tra gli alberoniani, fu Giuseppe Taverna ricordato anche come insegnante di Pietro Giordani presso il Collegio S. Pietro di Piacenza. In Collegio rimase solo tre anni, uscendo per motivi di salute, ma diventò comunque sacerdote, vivendo del lavoro di maestro e pedagogo. «Nei giorni precedenti l’esito plebiscitario che sancì l’adesione di Piacenza al Regno piemontese – ha raccontato il dott. Braghieri – accolse nella propria casa Vincenzo Gioberti, reduce da una visita al Collegio Alberoni, che lo salutò stringendolo in un forte abbraccio».

Preme ricordare anche la figura di don Antonio Emanuelli, alunno alberoniano, professore di filosofia al seminario urbano, arciprete di Fiorenzuola e prevosto in S. Francesco. Proprio lì nella basilica del Santo, il 10 maggio 1848, al termine del Plebiscito, il cui esito fu di 37.089 voti su 37.583 votanti, dichiarò Piacenza annessa al Piemonte, meritando da re Carlo Alberto l’appellativo di Primogenita d’Italia.
«E qui – ha proseguito il relatore – viene a proposito citare, don Raffaele Sforza Fogliani. Non mi dilungo sulla sua figura, ricorderò solo che fece parte di quella delegazione, guidata da Pietro Gioia, che portò personalmente a re Carlo Alberto, in quel di Sommacampagna, la notizia dell’esito del voto plebiscitario. Rammenterò anche che, in occasione delle celebrazioni del 350° anniversario della nascita di Giulio Alberoni, nel 2014, fu esposta una selezione dei migliori ritratti appartenenti alla collezione del Collegio, raffiguranti illustri professori ed alunni del Seminario. Tra di essi, per gentile concessione della famiglia, venne esposto, in prestito temporaneo, il ritratto di don Raffaele Sforza Fogliani, pregevole tela di Francesco Scaramuzza. Ciò mi consente di rivolgere, in questa occasione, un deferente cordiale pensiero alla figura dell’avv. Corrado Sforza Fogliani, della cui amicizia personale e del profondo suo legame con il Collegio Alberoni conservo un ricordo indelebile».

Nella serie di personaggi alberoniani, vere perle del clero risorgimentale, va ricordata pure la figura di mons. Antonio Silva. Le sue spiccate doti di intellegenza ne fecero ben presto un importante professore del Seminario Urbano. «A mons. Silva – ha concluso il dott. Braghieri – il merito di aver propiziato le aperture del Sanvitale, vescovo-conte filoducale, verso il nuovo corso della storia. A lui si deve ascrivere anche la benedizione che, il 20 marzo 1844, il vescovo impartì alla bandiera tricolore, portata solennemente in corteo, preceduta dalla banda cittadina la sera precedente, nella piazza del Duomo».

Mirella Molinari
Mirella Molinarihttps://www.piacenzadiario.it
Mirella Molinari è una giornalista piacentina. Per 15 anni Direttore del Telegiornale di Teleducato Piacenza, è stata la prima donna a Piacenza alla guida di una redazione televisiva e una delle prime telereporter piacentine in grado di realizzare riprese e montaggi video. E proprio nel panorama della tv piacentina ha portato uno stile del tutto nuovo, più spontaneo e vero. E’ sua l’idea di un format di successo, come “Per la strada”: storie di vita vissuta, interviste girate tra le gente, nei bar all’aperto e nei luoghi simbolo della città. Come Direttore del Tg ha coordinato e condotto, oltre a due edizioni di news quotidiane, dirette elettorali, confronti politici, programmi di approfondimento e attualità come “Diario” e “Piacenza Europa”, di cui ha firmato centinaia di puntate. Responsabile anche del sito di Teleducato Piacenza fino al 2014, dal 2015 gestisce e coordina, insieme alla figlia, Laura Parmeggiani, il blog Piacenza Diario. Anche in questo caso, un primo esempio di approfondimento più vicino ai temi della gente, con lo scopo di raccontare storie vere e di raccogliere opinioni e commenti lontani da stereotipi omologati. Laureata in lettere e diplomata in pianoforte , Mirella Molinari è anche insegnante di musica e, sempre per la tv, ha curato programmi di divulgazione culturale/musicale. Tra i più apprezzati: “Scena e retroscena”, dedicato alla stagione lirica piacentina, con interviste, anticipazioni ed esclusivi “dietro le quinte” , ma anche le dirette delle prime del Municipale di Piacenza. Tra le tante, memorabile la 400esima recita di Rigoletto per Leo Nucci, condotta in diretta e in esclusiva da Mirella Molinari, nel 2008, per Teleducato. Ha curato documentari storici tra cui quello dedicato alla congiura farnesiana, in collaborazione con la Banca di Piacenza, “Margherita d’Austria, Duchessa dimenticata” e, ancora per la Banca di Piacenza, due documentari dedicati a restauri in San Sisto e presso la Collegiata di Cortemaggiore. Convinta della necessità di dare spazio ai giovani, ha ospitato in redazione decine di ragazzi, per una prima esperienza giornalistica. Ha coordinato e firmato il primo Tg realizzato da studenti, con il progetto triennale di videogiornalismo scolastico, in collaborazione con il Liceo Artistico Cassinari di Piacenza.
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