Sono diversi i motivi che, ad un certo punto della vita, ci portano a decidere di lasciare il lavoro che abbiamo amato tanto. E forse proprio il fatto di averlo amato così, ci spinge a non indugiare oltre e a lasciare che l’istinto, dopo anni di impegno, ci guidi verso nuovi orizzonti, senza rimpianti. Ed è proprio così, senza alcun rammarico e con il cuore pieno di gratitudine per quello che la vita le ha riservato che Anna Forte, stilista orafa piacentina, lascia l’attività che ha svolto per 36 anni. La sede di via Verdi, uno scrigno invitante e accogliente dove sono state scattate le foto a cura di Alessandro Bersani, è un piccolo spazio dal quale sono passati davvero in tanti, alla ricerca di un gioiello, di un monile, o anche solo di un’emozione. A tutti loro, a pochi giorni dalla chiusura definitiva dell’attività, Anna ha dedicato un pensiero e un fiore divulgati sui social.

Arte, disegno, architettura. Al Gazzola di Piacenza e al Brera a Milano, prima, all’Università di Napoli poi, Anna Forte ha studiato e approfondito queste materie, discipline che ha anche insegnato, e che poi l’hanno portata a diventare creatrice di gioielli, stilista e ricercatrice instancabile.
Mamma piacentina, padre siciliano, due figli, Corrado e Maria Sole, due nipotine, Anna ha viaggiato in tutto il mondo alla ricerca anche di suggestioni e idee per le sue creazioni. Al centro del suo lavoro la passione per i colori, per le pietre, con linee in argento o in oro, ma anche l’interesse per la storia e per l’archeologia. Un bagaglio culturale importante che, insieme alla sua creatività e al buon gusto, le ha portato riconoscimenti prestigiosi, ma soprattutto la fedeltà affezionata di tanti clienti. La storia di Anna Forte è intrigante perché il suo brand, di grande successo, non appare mai come un prodotto solo commerciale, spinto perché generi profitti. In primo piano ci sono la passione, l’entusiasmo, la gioia di creare, il piacere di far bene, al meglio, e di condividerlo con chi lo apprezza.
Anna Forte, dopo 36 anni nella stessa sede, in via Verdi a Piacenza, chiudi la tua attività, perché questa decisione?
I motivi sono diversi, anche di carattere logistico/pratico, ma c’è soprattutto il desiderio di una vita diversa, più libera e soprattutto con più tempo da trascorrere all’aria aperta. Sento il bisogno di stare in mezzo alla natura, dopo anni passati in gran parte in negozio o in giro per lavoro.
Continuerai però a creare gioielli, magari proponendoli on line o attraverso il contatto diretto con i clienti?
Assolutamente no, sono soddisfatta e appagata da questi anni di lavoro e mi fermo qui. Un periodo lungo e intenso del quale serbo ricordi bellissimi: soddisfazioni professionali ma anche rapporti personali splendidi, quelli con i tanti clienti che nel tempo , in gran parte, sono diventati amici.
Come è nata la tua attività?
Dalla passione per il disegno, prima ancora che per i gioielli. Io non portavo gioielli, ma ad un certo punto ho iniziato ad immaginarli, a crearne l’idea, seguendo quello che mi piace. La natura, i colori, il fascino delle pietre, le suggestioni che respiravo nei miei tanti viaggi o che ricavavo da personaggi della storia e dell’arte. L’anello di Federico, ad esempio, dedicato a Federico II di Svevia, è nato così, studiando a fondo questo personaggio straordinario, che amava il bello, che andava d’accordo con tutti e che già alla sua epoca immaginava l’Italia unita. Un anello in argento e oro che è piaciuto tantissimo e che viene indossato ancora oggi pensando a tutta la storia che lo ha ispirato.
Gioielli preziosi, con prezzi importanti, ma anche proposte più accessibili, comunque curate. Ti ritrovi in questa definizione?
Si certo, nel mio negozio ho proposto creazioni importanti, con pietre particolari, e dunque con prezzi anche adeguati al valore della materia prima, ma ho cercato di offrire sempre anche alternative più economiche, oggetti che avevano comunque una personalità e un’identità nella quale riconoscersi. Ricordo con piacere le volte in cui sono entrate ragazze giovani, con disponibilità limitate, ma incuriosite dalle mie proposte. Tutte hanno sempre trovato qualcosa che le gratificava e che in qualche modo corrispondeva alle loro aspettative. Ci tengo poi a ricordare che non mi è mai piaciuto il sistema di vendita che prevede una “finta” trattativa. In pratica, partire da prezzi gonfiati per poi fingere uno sconto. I miei prezzi sono sempre stati espressione di un valore reale, non sono mai stata disponibile a scendere, per rispetto mio e dei miei clienti.
Clienti piacentine?
Tante e diverse. Non farei mai un nome, molte sono note, ma mi piace pensare che ci sono persone che nel tempo hanno collezionato i miei gioielli e che li custodiscono come un ricordo caro, spesso mostrandoli ad amici di altre città, di altri paesi, che poi raggiungono Piacenza anche per una visita al mio negozio.
Ma i clienti nel tempo sono arrivati anche in altri modi: amici, conoscenze intrecciate nei viaggi o durante i miei periodi di vita in altre città. La maggior parte dei clienti sono diventati amici. Acquistando qualcosa di mio, hanno scelto oggetti che li hanno messi in empatia con quello che creo e con quello che esprimo.
Il gioiello non per forza come lusso, ma semmai come arte, bellezza, creatività, gioco. Questo aspetto si coglie molto bene entrando nel tuo negozio. Il gusto estetico è evidente in tutte le tue proposte, anche quelle che non cercano per forza di sedurre.
Il mio è uno stile autentico, non amo le ostentazioni, mi colpiscono soprattutto le pietre: il loro colore, la luce, quello che hanno assorbito dal territorio da cui provengono, quello che sono in grado di restituire nelle forme e nei modi in cui li immagino nei miei disegni, poi gioielli finiti. Nulla di lezioso, di gratuito, forme e colori sono frutto di un lavoro creativo ma molto professionale.
Gioielli non come oggetti freddi, immobili, ma pensati come espressione della nostra personalità, parte integrante della nostra vita dunque. Tra tanta creatività, anche molta concretezza. Sei un’artista ma anche una donna che ha saputo fare del suo talento una professione con risultati importanti, raggiunti in modo autonomo, con soddisfazione. Come è stato lavorare a Piacenza?
Io ho sempre lavorato bene. Come dicevo, ho clienti affezionati, oggi amici. E ho sempre avuto buoni rapporti anche con i colleghi. Il centro storico della città nel quale lavoro da 36 anni annovera diverse realtà simili alla mia, tutte di qualità, tutte condotte con molta serietà. Massimo rispetto per i colleghi, con i quali collaboro serenamente da anni e ai quali auguro di proseguire con soddisfazione.
Solare, accogliente, positiva. Chi entra nel tuo negozio trova sempre un sorriso. Non sembri nemmeno una piacentina…
Sono piacentina. Sono nata in via Sant’Antonino e ancora oggi quando passo accanto alla casa nella quale ho trascorso l’infanzia non posso fare a meno di ricordare le tante giornate trascorse lì, i momenti di festa, la Fiera del Patrono, le tradizioni e gli umori che mi legano ancora a questa città. Ma ho anche viaggiato molto, in tutto il mondo e d’estate ho sempre chiuso il negozio per due mesi, trasferendomi altrove. E poi ho vissuto anni in altre città, Roma e Napoli, ad esempio, luoghi da cui forse ho assorbito qualcosa, in un mix di influenze che oggi mi rendono la persona che sono.
Passeggiate nei boschi, viaggi, soggiorni altrove con la famiglia, tempo libero da impegnare come? Da fine dicembre ne avrai tanto come forse non ti capitava da anni…
Non so cosa mi aspetterà ,ma ho questo desiderio fisico di stare all’aria aperta e quindi sicuramente tra le prime cose ci sarà l’impegno a prendermi tempo per vivere nella natura. Ho dato anche la disponibilità per un breve corso di disegno, la mia passione. Poche lezioni, ma i dettagli sono ancora da definire, vedremo. La cosa non mi dispiacerebbe. Mi piace condividere la mia passione e mettere a disposizione le mie competenze.
I ricordi più belli, quelli a cui penserai il 24 dicembre quando chiuderai per sempre la porta del tuo negozio in via Verdi, quali sono? Hai avuto l’onore di veder indossare i tuoi gioielli da personaggi famosi e di essere al centro di una tesi di laurea come espressione ed esempio della creatività artistica italiana apprezzata nel mondo. Penserai a questo?
Certo, nel tracciare un bilancio di questo lungo periodo di lavoro, non mancherà l’orgoglio per quello che ricordavi tu. Penserò a tutte le persone, clienti, amici, che nel tempo hanno apprezzato il mio lavoro, in modi diversi, ma soprattutto mi darà serenità sapere che i miei gioielli, dai più preziosi ai più semplici, parleranno di me nel tempo. Un po’ di me, si, che resterà a chiunque mi abbia scelto almeno una volta. Qualcosa di profondo, un riverbero intimo, che porterà avanti il mio lavoro e quello che ho voluto esprimere, per sempre.