250 chilometri di corsa, 6 tappe, 180 partecipanti da 30 nazioni, 3 italiani, 1 piacentino. E’ ancora viva l’emozione dell’ultima avventura sportiva per Simone Zahami, personal trainer e preparatore atletico piacentino, reduce dalla “Mongolia Race”; per lui, la settima impresa estrema, dopo le gare in altri deserti: Patagonia, Cile e Marocco (4 volte).
UNA LUNGA PREPARAZIONE Una gara che anche questa volta é cominciata molto prima della partenza, con una lunga preparazione atletica ed organizzativa. Allenamenti mirati, che potenziano in modo graduale le capacità per affrontare questo tipo di prova, ma anche molta attenzione allo zaino, al suo contenuto, non solo in termini di attrezzatura. Questo tipo di gara infatti si svolge in condizioni di auto alimentazione e con sbalzi termici notevoli. Lo zaino deve contenere tutto il necessario per un supporto adeguato allo sforzo fisico, ma deve anche restare al di sotto di un certo peso, per non caricare troppo l’atleta durante la corsa.
“Abbiamo avuto condizioni meteo particolari in Mongolia- racconta Zahami durante l’intervista- con escursioni termiche notevoli (addirittura una nevicata!!) e non sono mancate le difficoltà, ma il fascino di queste gare consiste proprio nel mettersi alla prova difronte ad ostacoli da superare.
Mi piacciono queste esperienze anche perché mi danno modo di visitare luoghi molto interessanti, attraversandoli non come un semplice turista, ma in modo più profondo, a contatto con la natura e con le popolazioni che li abitano”.
UNA SFIDA CON SE’ STESSO “Ha vinto qualcosa?” domanda sbagliata. Queste gare non si fanno per vincere, o almeno quello non é l’obiettivo principale, anche se Simone Zahami racconta che ogni volta verifica che la sua forma fisica é sempre migliore, sempre più adeguata a questo tipo di prova. “Affronto ogni volta queste gare come una sfida con me stesso, anche se non manca la soddisfazione di arrivare primo nella mia categoria, come é accaduto diverse volte.” Al ritorno, dunque, una sensazione di pienezza, di realizzazione “Che dura poco però. Non c’é il tempo di riposare, perché devo tornare subito al lavoro, ma soprattutto scatta immediatamente la voglia di preparare una nuova sfida”.
Un’impresa coraggiosa, quasi temeraria, resa possibile anche da una serie di importanti sostenitori, che Zahami vuole ricordare”Ringrazio la mia compagna Paola e miei sponsor: il Consorzio del Parmigiano Reggiano, CIMA, Allegra ed Eurohotel”.