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OMAGGIO A FERDINANDO ARISI. A PALAZZO GALLI RICORDATI I SUOI STUDI SUL PITTORE DE LONGE

Il presidente Sforza Fogliani ha difeso la memoria del critico d’arte a 10 anni dall’inchiesta sui presunti falsi Bot

Sala Panini gremita a Palazzo Galli (presenti anche i familiari del professor Ferdinando) per la sesta edizione della Giornata Arisi, celebrata dalla Banca di Piacenza in memoria del maggior storico dell’arte che la nostra città abbia avuto. Tema di quest’anno, Roberto De Longe (Bruxelles 1646 – Piacenza 1709) a 310 anni dalla scomparsa del pittore fiammingo, a cui Arisi aveva dedicato, nel 2012, una monografia. Tra i collaboratori dell’opera (insieme a Giorgio Fiori, Laura Riccò Soprani, Anna Còccioli Mastroviti e Davide Parazzi) Raffaella Colace, storica dell’arte cremonese relatrice della serata.

La dott. Colace – studiosa del De Longe fin dai tempi della sua tesi di laurea – ha ricostruito la vita artistica del pittore fiammingo mostrando le tantissime opere dallo stesso realizzate nel triangolo Cremona-Lodi-Piacenza. Seguendo le orme di diversi suoi colleghi, il De Longe viene in Italia a conoscere le opere degli artisti del Rinascimento. Nella Capitale assorbe gli insegnamenti dei maestri del Barocco romano che fonde poi con il Classicismo, diventando perfetto interprete – soprattutto con la produzione piacentina – del Classicismo emiliano. Come definire il suo stile pittorico? «Classico – ha spiegato la storica dell’arte cremonese – che si dinamizza in chiave barocca con sentori caravaggeschi. Nelle sue opere, c’è vitalità».

Il De Longe prima di arrivare (dopo aver lavorato nella collegiata di Monticelli: presente, tra il pubblico di Sala Panini, il sindaco Gimmi Distante) a Piacenza nel 1685 (città che eleggerà a sua Patria), dal 1673 è a Cremona dove realizza opere soprattutto in San Sigismondo. La dott. Colace ha ricordato la freschezza («non usava solo termini scientifici, aveva un suo modo di raccontare, che ti coinvolgeva») con la quale il prof. Arisi descrive, nella monografia, l’artista fiammingo, definito “eclettico, attento a quanto di valido gli capitava sotto gli occhi, in particolare a Caravaggio, a Reni, a Guercino, a Maratti”. Arisi cita poi il giudizio che dell’artista aveva dato nel 1818 Luigi Lanzi: “Pittore di più stili, morbido però sempre lucido, accordato, pastoso, qual se mai non fosse uscito di Fiandra. Ora emulo di Guido come in certe storie di Santa Teresa dipinte a San Sigismondo a Cremona, ora si appressa al Guercino, come in certe altre di Sant’Antonino di Piacenza; or ha un misto bellissimo di delicato e di robusto come nel Duomo di Piacenza in quel San Francesco Saverio, che assistito dagli angioli, passa a questa vita”. Così conclude il suo saggio il prof. Arisi: “De Longe fu un isolato, ricco di molte virtù, che operò con intelligenza e straordinaria sensibilità alla ricerca d’una bellezza che non fosse soltanto il conforto degli occhi”.

Al termine della relazione della dott. Colace, è intervenuto il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani che – contrariamente alle sue abitudini – non ha parlato a braccio «perché – ha motivato – non voglio dire né una parola di più, né una di meno di quello che va detto». Il presidente Sforza ha quindi letto un testo intitolato “Ricostruzione della vicenda Bot che vide coinvolto Ferdinando Arisi”. Come risulta dai fascicoli dell’indagine di 10 anni fa sui presunti falsi Bot, condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia, «il giudice non compì alcun atto istruttorio, tenne tutto nel cassetto per otto lunghi anni e prese in mano il fascicolo solo per dichiarare il presunto reato prescritto».

Mirella Molinari
Mirella Molinarihttps://www.piacenzadiario.it
Mirella Molinari è una giornalista piacentina. Per 15 anni Direttore del Telegiornale di Teleducato Piacenza, è stata la prima donna a Piacenza alla guida di una redazione televisiva e una delle prime telereporter piacentine in grado di realizzare riprese e montaggi video. E proprio nel panorama della tv piacentina ha portato uno stile del tutto nuovo, più spontaneo e vero. E’ sua l’idea di un format di successo, come “Per la strada”: storie di vita vissuta, interviste girate tra le gente, nei bar all’aperto e nei luoghi simbolo della città. Come Direttore del Tg ha coordinato e condotto, oltre a due edizioni di news quotidiane, dirette elettorali, confronti politici, programmi di approfondimento e attualità come “Diario” e “Piacenza Europa”, di cui ha firmato centinaia di puntate. Responsabile anche del sito di Teleducato Piacenza fino al 2014, dal 2015 gestisce e coordina, insieme alla figlia, Laura Parmeggiani, il blog Piacenza Diario. Anche in questo caso, un primo esempio di approfondimento più vicino ai temi della gente, con lo scopo di raccontare storie vere e di raccogliere opinioni e commenti lontani da stereotipi omologati. Laureata in lettere e diplomata in pianoforte , Mirella Molinari è anche insegnante di musica e, sempre per la tv, ha curato programmi di divulgazione culturale/musicale. Tra i più apprezzati: “Scena e retroscena”, dedicato alla stagione lirica piacentina, con interviste, anticipazioni ed esclusivi “dietro le quinte” , ma anche le dirette delle prime del Municipale di Piacenza. Tra le tante, memorabile la 400esima recita di Rigoletto per Leo Nucci, condotta in diretta e in esclusiva da Mirella Molinari, nel 2008, per Teleducato. Ha curato documentari storici tra cui quello dedicato alla congiura farnesiana, in collaborazione con la Banca di Piacenza, “Margherita d’Austria, Duchessa dimenticata” e, ancora per la Banca di Piacenza, due documentari dedicati a restauri in San Sisto e presso la Collegiata di Cortemaggiore. Convinta della necessità di dare spazio ai giovani, ha ospitato in redazione decine di ragazzi, per una prima esperienza giornalistica. Ha coordinato e firmato il primo Tg realizzato da studenti, con il progetto triennale di videogiornalismo scolastico, in collaborazione con il Liceo Artistico Cassinari di Piacenza.
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