Una mostra che fa discutere, quella dedicata a Giovanni Paolo Panini; un percorso molto apprezzato e visitabile, presso la Galleria Biffi Arte a Piacenza, fino al 19 marzo. Tra i tanti interventi di studiosi ed esperti del periodo artistico legato all’artista di origini piacentine, a corollario dell’evento principale, anche quello del Prof. Alessandro Malinverni: una conferenza anticipata dalla notizia di un possibile scoop in merito ad un’attribuzione, già chiarita, ieri, a poche ore dalla conferenza, con un comunicato in cui i curatori, Marco Horak e Fabio Obertelli, illustravano diversi aspetti legati alla mostra.
Oggi, alla luce degli sviluppi recenti, arrivano, con un ulteriore comunicato stampa, nuove precisazioni, più dettagliate, e meglio definite in merito a tempi e motivazioni di importanti scelte scientifiche. Come si evince dalla nota che pubblichiamo, e dal video che riporta i primi minuti della conferenza di ieri, si tratta di scelte, sottolineano i curatori, dettate soprattutto dal desiderio di rispetto e considerazione nei confronti del Prof. Ferdinando Arisi, a cui la mostra é stata dedicata.
IL “PRESUNTO” SCOOP“L’uscita del comunicato di ieri-spiegano i curatori Obertelli e Horak – speravamo fosse sufficiente per chiarire alcuni punti legati a scelte interpretative nella curatela della mostra dedicata alla formazione del giovane Giovanni Paolo Panini, mostra pensata in onore di Ferdinando Arisi, nel decennale della sua scomparsa. Apprendiamo oggi che, purtroppo, la spasmodica rincorsa di un presunto scoop (già la parola scoop poco si addice a certa storia dell’arte, meglio si configura per la cronaca rosa) non rispetta questa linea curatoriale. Presunto? Sì, perché, come già anticipato ieri- ribadiscono i curatori-quando abbiamo inaugurato la mostra eravamo ben a conoscenza di questa problematica attribuzione a Natoire che si legava ad una serie di dipinti, tra cui, ma non solo, la coppia di ritratti di Nicolas de Largillière. Ci siamo infatti prodigati, già da dicembre-proseguono i curatori- per accordare l’uscita di un articolo scientifico, nel giugno prossimo, in cui trattare con completezza d’insieme il tema.
IL RISPETTO PER LA FIGURA DI ARISI “La scelta di proseguire con l’attribuzione di Arisi-proseguono i curatori- è stata dettata sia dalle giuste argomentazioni proposte dallo studioso in uno dei suoi ultimi studi manoscritti, sia, di comune accordo con la proprietà dell’opera che, legata allo studioso da un lungo rapporto di amicizia, ha preferito mantenere in questa sede l’ipotesi di Arisi. Essendo infatti la mostra dedicata al compianto storico piacentino, che molto ha fatto per la nostra città e al quale va il nostro più grande rispetto, l’intento curatoriale è stato quello di presentare, tra le altre cose, le ultime aggiunte di studio avanzate da Arisi nei suoi ultimi anni affiancando queste alle corrette considerazioni portate avanti dalla critica contemporanea.
Da qui la decisone di esporre alcune schede con doppia attribuzione per mettere a confronto la visione di Arisi, che lui stesso non ha mai ritrattato, e quella, a nostro avviso scientificamente corretta, della moderna critica. Abbiamo infatti strutturato un dialogo tra perizie autografe di Arisi e schede di catalogo.”
IL RITRATTO “L’unico dipinto per il quale si è deciso di non applicare in mostra questo confronto immediato è stato appunto il ritratto attribuito a Natoire da Arisi, perché? -i curatori Obertelli e Horak lo spiegano nel comunicato stampa-Perché, giova ricordarlo nuovamente, l’argomentazione che volevamo e vogliamo proporre prevedeva una profondità che non era possibile ridurre a qualche improvvisata scenica; da qui la scelta di estendere il discorso con un articolo ad hoc, con il successivo intento di presentarlo pubblicamente alla città con una conferenza dedicata.
Ci piacerebbe che fossero mantenute la delicatezza e la sensibilità con cui questa mostra dossier è stata pensata: un saluto affettuoso che la città ha dedicato al suo grande studioso, a Ferdinando.
Senza rincorrere la notizia, vorremmo proseguire in questo modo, aspettando i giusti tempi, le giuste sedi, i modi più opportuni per fare le corrette valutazioni senza animosità alcuna.”