Mai con il centro-sinistra. E con il centro-destra probabilmente no.
Corre da sola la lista civica “Piacenza Rinasce” ed è molto orientata a farlo fino alla fine, anche in caso di ballottaggio. “Con il centro-sinistra c’è una frattura insanabile-precisa il candidato sindaco Maurizio Botti, 69 anni, medico in pensione (e sospeso)” e non è una posizione ideologica, ma una constatazione riferita a fatti e posizioni del centro sinistra rispetto al green pass e alla libertà di scelta sul vaccino, in ambito locale e nazionale.”
Per quanto riguarda un possibile accordo con il centro-destra, resta aperta una possibilità molto esigua, diciamo vicina allo zero “ Se la candidata del centro-destra Patrizia Barbieri affermasse che la libertà di scelta terapeutica è ammissibile e, ad esempio, parlando del futuro della città, rivedesse la sua posizione in merito al nuovo ospedale, quindi fosse disponibile ad un passo indietro rispetto ad un progetto che ci vede contrari, forse in questo caso potremmo valutare un terreno comune, su cui ragionare.”
Dunque posizione molto chiara, anche se riferita ad un’ipotesi di ballottaggio ancora lontana, ma comunque utile e quanto mai attuale per tracciare la fotografia delle prossime amministrative a Piacenza.
Una corsa in solitaria per arrivare dove?
“Abbiamo un obiettivo ambizioso- precisa Botti parlando a nome della lista che rappresenta- arrivare in consiglio comunale con una buona rappresentanza. E anche se siamo consapevoli che la sfida sarà difficile, perché ci confrontiamo con dei colossi, siamo confortati da quello che vediamo e sentiamo. In tanti ci hanno detto che se non fossimo scesi in campo non avrebbero saputo per chi votare e anche i dati emersi dal primo sondaggio, quello commissionato dal Pd che vede in vantaggio Katia Tarasconi, evidenziano che il 21,3% di piacentini ha dichiarato che non andrà a votare, e che il 20,9% pensa ad un altro candidato rispetto ai tre proposti, Barbieri, Tarasconi, Cugini. Solo un campione, certo, ma comunque credibile quanto ad orientamento generale. Del resto fin dall’inizio abbiamo avuto questa sensazione, di scollamento della politica rispetto alle vere istanze della gente; sia a sinistra che a destra vediamo atteggiamenti autoreferenziali, partiti che si sono avvicendati alla guida della città senza cambiare sostanzialmente nulla. Piacenza oggi appare come una città ferma, a tratti in declino. Se guardiamo solo alla regione Emilia Romagna, vediamo che in altre città simili alla nostra la sferzata di cambiamento è arrivata; a Piacenza no, rimane una staticità che si riverbera su tutti gli aspetti dalla sanità all’economia.
Ecco perché parliamo della necessità di una rinascita, ed ecco perché siamo scesi in campo con l’idea di offrire un punto di riferimento diverso, che nasce dal basso.
Il vostro programma è in via di definizione, la lista anche; ultime limature prima di presentarsi ufficialmente ai piacentini. Cosa vi caratterizza?
“Le persone al centro e il valore della comunità” Botti non ha dubbi “Al di là di quello che sarà il risultato, a noi preme portare avanti questi principi. Piacenza esce dalla pandemia divisa, lacerata. La paura di infettarsi, gli obblighi vaccinali, il green pass, hanno creato contrasti, contrapposizioni, hanno enfatizzato diversi modi di pensare, gli uni contro gli altri. Ci serve ritrovare un senso di comunità forte, base indispensabile per ripartire e far ripartire anche tutta la città.
La lista Piacenza rinasce è nata dal basso, come ricordava lei. Un embrione nato in piazza, durante le manifestazioni contro il green pass e poi sviluppato con una prospettiva più ampia. Non c’è il rischio di essere identificati esclusivamente come no vax?
Si c’é. E infatti stiamo cercando di far passare il messaggio giusto. Non siamo no vax. Tanti tra quelli in lista da noi sono vaccinati. Non siamo contro il vaccino, ma contro l’obbligatorietà. Il tema è questo: la libertà di scelta, anche e soprattutto quando si tratta di salute, il rispetto per opinioni diverse, il senso di democrazia piena. Nessuna posizione estremista quindi, ma a difesa di una scelta libera e consapevole, questo si.
Come organizzerete la campagna elettorale? Avete sponsor?
La campagna elettorale si svolgerà sui social e in giro tra la gente. Quindi comunicazione in rete e consumo delle suole delle scarpe. Senza risparmiarci.
Stiamo cercando sponsor, ma abbiamo già in mente una campagna senza sprechi, semplice, coerente con i nostri principi di sostenibilità, basata sulle nostre forze e sulla nostra autenticità. Vogliamo contribuire ad una riflessione profonda sulla città, sui margini di sviluppo che restano e su come orientare l’azione amministrativa nei prossimi anni.
Certo servirà un piccolo budget per gli aspetti organizzativi, imprescindibili.
Siete pronti al confronto con le altre forze in campo? Lo temete?
Siamo pronti al confronto, innanzitutto con i cittadini, e ci impegneremo a farlo con lo spirito di ascolto e di partecipazione che, a mio avviso, è mancato in questi ultimi anni a Piacenza. Siamo disponibili anche al confronto con gli altri candidati, ovviamente, consapevoli del fatto che chi fa politica da anni, può avere più competenze rispetto noi in tema di “macchina amministrativa”. Ma questo non ci spaventa. Ci stiamo preparando e soprattutto, se la capacità politica dei nostri avversari è quella tradotta nei fatti in questi anni, non ci sembra temibile, anzi. Pensiamo che anche persone come noi, che hanno svolto altre professioni, peraltro sempre attente a quanto accadeva in città, possano portare un contributo di passione, buon senso e trasparenza che ci farà trovare il nostro posto a servizio della città, con dignità e determinazione.
