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L’ ARTE DI RIBELLARSI CON L’ ARTE

Fino al 17 febbraio presso la Biblioteca Passerini Landi a Piacenza è in corso la mostra “”Foglio Volante, l’arte del ’68 a Piacenza ” a testimoniare che in quegli anni c’è stato chi, con coraggio intellettuale e creatività, ha saputo uscire dall’indiffferente torpore che soffoca ancora la città. La mostra è a cura di Giovani Crotti con la consulenza di Adriano Corsi e Alberto Esse, allestita da Valerio Spagnoli, si articola in quattro sezioni:
LE CORNICI con l’esposizione di materiali d’epoca originali,
I CARTONI con materiali documentari, rassegna stampa, foto, manifesti,
LE OPERE con grandi reprint delle opere: “Sacchi con vuoto a perdere” di Luigi Gorra

“Homus fulminatus” di Ugo Locatelli, “52 paracarri rosa” di Alberto Esse, “Affissione” di Roberto Comini

“Verifica del miracolo” di William Xerra il quale fece una minuziosa indagine a San Damiano (PC) per verificare la presunta apparizione della Madonna del pero. L’ indagine del 1973 si concluse con NIENTE.

Ultima sezione
LE TECHE con opere d’arte originali. È visibile anche “La piramide” opera del Laboratorio Popolare costruita in occasione dello sciopero studentesco del 1969 quando fu portata davanti a tutte le scuole.

In coerenza col luogo biblioteca e nel pieno rispetto del suo essere principalmente luogo di lettura, in mostra è esposto soprattutto materiale cartaceo. Questa mostra “sessantottina” non è operazione nostalgica né tanto meno museale: queste opere proposte non vogliono essere mummificate, ma parlano anzi, gridano e ci interrogano.

Da allora quanta strada personale, sociale, artistica e politica abbiamo fatto e con quali risultati ? Di certo dovremmo ancora evidenziare contraddizioni, partecipare ai fermenti, aggiungere qualcosa di utile al mondo. Numerosi i gruppi attivi a quel tempo tra i quali Il Laboratorio popolare della Cultura e dell’Arte tuttora attivissimo con provocazioni artistiche puntuali su temi generali e soprattutto sulla realtà locale. Nessuno dei temi proposti dagli artisti è obsoleto, tutt’altro.

Come ha espresso benissimo Giovanni Crotti nella conferenza stampa l’arte, che qui va dal ’65 ai primi anni ’70 dimostra che Piacenza non fu affatto provinciale, ma vivissima, seppe fiutare l’aria, cogliere i nuovi fermenti ed elaborarli secondo una propria personalità (si può persino parlare di un’ “arte povera piacenziana” ) e lo fece a un buon livello tanto da partecipare ad importanti eventi nazionali.

Un’arte, quella che si può ammirare alla Passerini Landi, proprio perché l’arte di quel periodo rifiutava i luoghi canonici come le gallerie per essere presente ovunque, arte nella quale il pensiero e il gesto sono più importanti del prodotto. C’ era allora moltissima forza interiore, ogni pretesto diventava occasione per un’ idea e un impegno anche civile o politico. C’era nei giovani un amore verso il mondo e la gente. Ora non più. Adesso troppi giovani vogliono solo divertirsi e non pensare, al massimo pensano all’ambiente. È forse questo “fare di più ” visibile in mostra a colpire soprattutto i giovani visitatori stimolandoli.
Del resto come non riflettere sui “Ritratti a chicchessia con timbro ” di Locatelli esatto opposto degli attuali selfie ?

E i profetici “17 alberi veri”

di Alberto Esse che due anziani guardano perplessi chiedendosi forse se c’era bisogno di dirlo avendoli davanti? Oggi invece sappiamo che bisogna proprio ribadirlo.

Adesso che molto, cibi e parti umane, è artificiale e la natura sta sparendo, dire che un albero è vero ce lo rende prezioso. Ecco un altro aspetto attuale, fra i tanti altri, dell’esposizione.
L’ evento dimostra che si può fare tanto con poco: coerente allo spirito d’autogestione della contestazione si è autofinanziato con circa 200 euro. La Biblioteca Passerini Landi ha dato un raro esempio di sapiente valorizzazione del patrimonio culturale cittadino dando spazio alla mostra e integrandola con un settore di libri che riguardano quell’epoca per certi versi gloriosa se non altro perché c’erano molti più cittadini attenti, attivi e creativi.

Fra i libri esposti “Art-Non-Art” presentato sia all’ XNL che al museo del Novecento di Milano. Sapranno gli amministratori locali, gli artisti piacentini, i nostri intellettuali, gli insegnanti cogliere quest’occasione per riflettere su quella fase dell’arte e su di noi come individui e come città?


Bruna Milani

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