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PERCHÉ A PIACENZA NO?


Da piccoli il mondo che amiamo è quello dove viviamo dove c’è chi si occupa di noi e ci vuol bene, i luoghi in cui giochiamo o che ci fanno da sfondo sono quelli di cui abbiamo nostalgia se ci allontaniamo. Quanto ho amato la mia città fin da piccolissima! Appena ho cominciato a scrivere le ho dedicato patetiche poesiole in rima. Non avevo ancora cinque anni quando fui portata da un famoso ortopedico che mi sfido’: <<Dicono che sai già scrivere, scrivi qualcosa>> e mi diede carta e penna. Non avevo frequentato l’asilo, ma col piccolo aiuto di mia madre avevo imparato e in un attimo gli scrissi di Piacenza, della sua nebbia misteriosa, della sua romanità (il monumento alla Lupa) e del fiume Po. Ne fu quasi sconvolto. A questo professore ho poi dedicato in prima elementare il mio primo “articolo” su “Macchie d’inchiostro” il giornalino della scuola. Sempre alle elementari progettai un bellissimo lungo Po e ho tanto amato Piacenza che nel corso della mia vita ho fatto molte proposte per la città tutte inascoltate, ma realizzate altrove a riprova che non erano poi così assurde e impraticabili. Tra di esse solo alcuni esempi: il mio progetto sul silenzio fu ignorato e dileggiato qui, ma con uno simile la città francese di Lille diventò quell’anno capitale europea della cultura; poi il cinema muto ai giardini Margherita dove musicisti piacentini a turno avrebbero eseguito le colonne sonore, progetto che fu invece realizzato a Trieste. Infine la Cittadella dello Spettacolo il progetto collettivo pensato insieme a gruppi teatrali e musicali da realizzarsi nell’ex Mercato Ortofrutticolo. Tale progetto non solo avrebbe dato lustro a Piacenza, non solo avrebbe salvato edifici dal valore architettonico, ma avrebbe offerto molte opportunità di lavoro con tutto ciò che ruota intorno allo spettacolo ( sartoria, lavanderia, luci biglietteria, pulizia foresteria, bar, manutenzione ecc.) Nonostante raccolta firme, manifestazioni, interventi pubblici sui mass media locali, l’ex Mercato è stato abbattuto inspiegabilmente dato che la Procura stava ancora indagando sulla correttezza dell’iter autorizzativo Perché NEL DUBBIO lo si è. lasciato abbattere? Non era possibile una sospensione, un ripensamento? Chi risarcira’ di quelle occasioni di lavoro perse e dei mancati introiti?

Ex Mercato ortofrutticolo di Arezzo

Ad Arezzo invece realizzano il progetto tale e quale con bar, foresteria, sala prove ecc. elimineranno abbandono e degrado nel loro ex Mercato Ortofrutticolo trasformandolo in una CITTADELLA DELLA MUSICA. L’assessore aretino Alessandro Casi ne parla con orgoglio. Dell’iniziativa faranno parte anche I Negrita famoso gruppo rock. PERCHÉ AD AREZZO SÌ E A PIACENZA NO? Perché Piacenza deve venire sempre DOPO (dopo Parma ad es.) o addirittura MAI? Sarebbe utile saperlo. È paura della novità? Mancanza di immaginazione? Incapacità di amministrare bene il territorio? (Si pensi ad es. ai milioni di lire buttati per il portale in fondo a via Taverna, per gli orribili arredi delle rotonde che poi si sono dovuti eliminare o alla costosa rovina della pavimentazione di Piazza Cavalli.) È perché le proposte non coinvolgono i soliti “amici”? Davvero non si sa come spiegarlo. Resta il fatto che Piacenza langue, perde occasioni, non sa riconoscere né valorizzare le sue potenzialità e ancor meno sa riconoscere e valorizzare i suoi talenti culturali. Non ascolta, è sorda e cieca, immobile. Non bastano certo sporadiche eccezioni o un gruppo di piacentini che si ostinano a difendere la città. Sono in troppi a non riconoscersi più in essa, tant’è vero che si indaga e si scrive su Piacenza del passato non del presente e il gruppo di amici che nutrono ancora qualche speranza e si occupano della città odierna, viene osteggiato o ignorato. Piacenza manca di un Progetto con la P maiuscola, perché manca di Pensiero. Mi perdonino quegli amici che ancora stimo, ma questa città acefala non è più la mia città.

Bruna Milani

Ex Mercato ortofrutticolo di Piacenza

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1 commento

  1. Cosa aspettarsi da una amministrazione di destra, con sindaco e assessori avvocati part-time (tabaccaio di Caorso a parte), provenienti da paesi della Provincia, nei fatti senza nessun amore per la città e al comando di Foti e dei suoi sponsor…

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