Un disegno e un dipinto di due collezionisti privati sono le nuove acquisizioni della mostra “Giovanni Paolo Panini: un dossier piacentino – La formazione fra Piacenza e Roma” fino al 19 marzo presso la Galleria Biffi Arte di Piacenza.
In entrambi in casi, inserimenti interessanti e stimoli per nuove riflessioni in merito all’arte del Panini e al contesto che lo riguarda.
Il dipinto “Il miracolo di San Francesco di Paola”, pubblicato come opera del pittore di origini piacentine da Ferdinando Arisi, dal 2004 in poi é stato unanimamente attribuito dalla critica ad Alberto Carlieri. Un “errore” di Arisi, a cui, hanno specificato i due curatori, va comunque il merito di aver ridato valore e notorietà a questo pittore, a partire dagli anni ’60, con una serie di studi e ricerche che ancora oggi restano un riferimento per chiunque voglia approcciare questa materia.
L’altra acquisizione, un piccolo disegno di Panini, in particolare uno schizzo per una piscina probatica, ci porta a scoprire un altro capitolo della vita culturale romana e internazionale. L’opera infatti apparteneva alla collezione di Ludwig Pollak, protagonista degli studi archeologici a cavallo tra Otto e Novecento, mercante d’arte, consulente dei maggiori collezionisti internazionali, famoso per aver scovato, nella bottega di uno scalpellino, il braccio del Laocoonte, il gruppo scultoreo che nel ‘500 era stato nel nucleo fondante dei Musei Vaticani.
Le due acquisizioni, sono un’ulteriore conferma dello stile dinamico e articolato impresso alla mostra, grazie alla professionalità dei due curatori e alle loro tante iniziative, realizzate in accordo con la direzione della Galleria Biffi Arte. Non un percorso statico, solo da ammirare, ma un viaggio nella cultura coeva a Panini e in quella successiva, in qualche modo ancora legata ai suoi insegnamenti.
E sono state diverse, infatti, le visite guidate alla mostra “Giovanni Paolo Panini: un dossier piacentino – La formazione fra Piacenza e Roma”, affidate ad Obertelli e ad Horak, ma in parte gestite anche da alcuni studenti dell’Istituto Romagnosi. Appuntamenti molto seguiti e apprezzati a tal punto da aver spinto gli organizzatori a proporne altri, rispetto a quelli pianificati inizialmente. Ma tanti sono stati anche gli incontri di approfondimento, con taglio divulgativo, proposti come ulteriore bagliaglio culturale a corredo della mostra.
Prima della chiusura del 19 con incontro di finissage il 18 marzo, ecco altri appuntamenti, come mostra la locandina, nei giorni 3,7,10 e 15 sempre di marzo. Un’ultima occasione per ammirare opere in gran parte mai mostrate e ricordare il valore dell’artista più importante tra quelli espressi da Piacenza.