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Filippo Molinari, un piacentino a Mosca “Carte e voli bloccati, ecco come si vive qui nei giorni del conflitto”

Una bella giornata di sole fa da cornice alle foto inviate da Filippo Molinari a corredo della nostra intervista. Sullo sfondo alcuni luoghi simbolo della capitale russa in un clima da domenica pomeriggio come tante. Una normalità che stride con la drammaticità delle immagini che ci arrivano dall’Ucraina e che, anche se é facile immaginare che la vita continui a scorrere il più possibile normalmente, almeno in apparenza, sollecita la curiosità di capire cosa sta succedendo a Mosca e come vive questa situazione un italiano(e sono tanti) che si é trovato lì, nella parte del mondo coinvolta in un conflitto così drammatico.

Il piacentino Filippo Molinari si trova a Mosca dai primi di febbraio per motivi di lavoro e per far visita ai suoceri. Un viaggio insieme alla moglie Elena Mitrofanova, origini russe ma piacentina di adozione, e al figlio di 8 anni, Lev Alexander, e pianificato ben prima dell’inizio del conflitto con l’Ucraina; un soggiorno che comincia a risentire degli effetti della guerra.

Abbiamo dunque raggiunto telefonicamente Filippo Molinari per farci raccontare come é l’atmosfera a Mosca, quali sono le difficoltà e i timori, per quello che si può percepire nella quotidianità di una grande metropoli internazionale. Una conversazione breve, date anche alcune difficoltà di collegamento. Il messaggio però é chiaro: la vita della città appare assolutamente normale, le difficoltà sono legate soprattutto al blocco delle carte di credito e alla chiusura degli spazi aerei.

Come prima domanda le chiedo come state

Stiamo bene, siamo stati sorpresi da questo conflitto quando eravamo già qui; anche noi seguiamo, per quanto possibile, l’evoluzione della guerra e dei tentativi diplomatici di portarla a conclusione. Anche noi ci auguriamo che finisca presto

Come appare in questi giorni Mosca? Ci sono segnali di tensione o di qualcosa che si colleghi alla drammaticità del conflitto?

Mosca appare come l’ho sempre vista negli ultimi anni. Una grande capitale internazionale, moderna, con tanta energia, una città di impronta cosmopolita. Ho notato più controlli in giro, nelle stazioni della metropolitana, in prossimità di luoghi sensibili. Nulla di eclatante. La vita, apparentemente, per quello che ho potuto vedere io, appare normale. Ristoranti, negozi, teatri, grandi magazzini. Tutto aperto e tutto a pieno ritmo.

Pero’ ci sono difficoltà, almeno per gli europei come lei… questo lo sta provando in prima persona. Parlo degli effetti delle sanzioni e delle tensioni internazionali

Si certo, con Visa e Martercard bloccate, e con l’esclusione della Russia dal circuito Swift, é praticamente impossibile effettuare un pagamento con carta di credito a Mosca. E questo é un grosso problema anche per noi, anche perché le stesse carte emesse nella federazione russa continuano a pagare lo shopping e le cene proprio di coloro che teoricamente dovrebbero essere l’obiettivo di tali misure. Oltre a questo, ci rende la vita difficile anche la chiusura degli spazi aerei, un’isolamento che ci penalizza e ci impone itinerari alternativi e onerosi per un eventuale ritorno in Italia o comunque uno spostamento in Europa. Una serie di sanzioni che colpiscono la gente comune, come noi, che con il conflitto non c’entra nulla. Personalmente vivo questa situazione come una grave ingiustizia, un’altra pesante limitazione alla nostra libertà.

Cosa ne pensano del conflitto i russi che ha incontrato lei? Immagino non tante persone, ma comunque un campione interessante

Commentiamo questa situazione più che altro in famiglia e con amici dei miei suoceri, una cerchia ristretta che non può certo rappresentare gli umori di un popolo. Devo dire che i giovani parlano del conflitto come di un contrasto che dura da anni, mentre le persone più avanti con l’età temono un’escalation che porti all’uso di armi nucleari. In generale nessuno resta indifferente difronte alle notizie di distruzione di città e di morte di civili, donne e bambini.

Che notizie avete? Seguite i notiziari russi e internazionali? Che immagine danno del conflitto?

Non parlo bene il russo, quindi seguo poco i notiziari in questa lingua. Non ho difficoltà, invece, attraverso un server russo, a seguire i principali network internazionali in lingua inglese, che conosco benissimo. Credo di avere una visione articolata e un’informazione abbastanza completa di quanto sta accadendo. Ma certo é difficile farsi un’idea precisa di come si evolverà la situazione.

Cosa farete a questo punto, tenterete di rientrare in Italia?

Ci stiamo pensando, ma non vogliamo prendere decisioni affrettate. Mio figlio sta frequentando una scuola internazionale a Mosca, ha diverse opportunità di istruzione in inglese e russo, oltre che l’occasione di conoscere e frequentare bambini di altri paesi. Io e mia moglie stiamo valutando possibilità di lavoro interessanti. Certo siamo preoccupati da quanto sta accadendo e soprattutto addolorati dalla ferocia del conflitto. Questo viaggio era nato con l’idea di regalarci momenti di spensieratezza dopo mesi di limitazioni dovute alla pandemia. Mosca in effetti é una città bellissima, piena di stimoli, ma tutto ciò che stiamo vivendo qui, anche le giornate più belle, é filtrato da uno stato d’animo di inquietudine e incertezza per il futuro che ci aspetta. Per ora restiamo qui, viviamo un giorno alla volta. Poi si vedrà.

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