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Cosa resta di Expo? Tutti se lo chiedono e i numeri parlano già

Il DOPO Expo, parte dal PRIMA.

Un’eredità funzionale a successivi sviluppi che, nel caso dell’Esposizione Universale di Milano, non è stata del tutto pianificata come tale e che oggi, a pochi giorni dalla chiusura, ha il sapore amaro del “si poteva fare”.

Cosa resterà di Expo, con uno sguardo a quanto accaduto in passato, in altre città, è l’argomento trattato dall’Arch. Carlo Ponzini nel corso di una relazione tenuta al Rotary Piacenza, il club storico piacentino, oggi guidato da Raffaele Orsi.

Carlo Ponzini, autore del volume “Cibo, Energia, Pianeta, Vita=Expo2015”, ha illustrato alcuni dati interessanti e oggettivi, chiave di lettura di un possibile futuro per quanto resta di Expo.

Un’ area non  pensata per il Dopo, quella dell’Esposizione di Milano, con collocazioni, quali quelle di Palazzo Italia e dell’ARENA, situate dalla parte sbagliata, lontano dalla Stazione, raggiungibili con un ponte troppo lungo per servire un parcheggio troppo piccolo.

L’architetto Ponzini, nel corso del suo intervento, ha quindi ricordato l’aspetto dell’investimento economico,  riprendendo le cifre, mai smentite, pubblicate da Gianni Barbacetto de Il Fatto Quotidiano. Per la costruzione del sito sono stati spesi 1 miliardo e 200 milioni più extra costi per una cinquantina di milioni. I costi di gestione ammontano a 960 milioni. Se si aggiunge poi il costo dei terreni, pari a 160 milioni, il totale è di 2,4 miliardi di euro.
Il 5 aprile del 2015, ha ricordato Ponzini, l’amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala, riferì che sarebbe stato raggiunto il pareggio dei costi di gestione (pari a 960 mln) con 24 milioni di ingressi previsti, al costo del singolo biglietto di 22 euro. La stima è stata poi rivista al ribasso, dichiarando che il pareggio sarebbe stato raggiunto già con venti milioni di visitatori, al costo singolo di 19 euro.

I 380 milioni dei biglietti (presunto incasso effettivo), dunque, sommati ai 380 milioni di sponsor e royalties (presi, anche in questo caso, come atto di fede) fanno 760 milioni. Duecento in meno delle uscite.

Il “successo” di Expo, ha rimarcato l’Arch. Carlo Ponzini, ci è costato 1,214 miliardi. 737 milioni di euro pagati dallo Stato e 477 milioni di euro pagati dalla Regione Lombardia. Alla cifra bisogna aggiungere extra costi per almeno 180 milioni di euro. Quale è stata, in contropartita, la ricaduta economica, l’indotto reale? Ristoranti, alberghi, trasporti….il guadagno c’è stato, certo, ma ci sono anche altri aspetti da non trascurare nel bilancio complessivo dell’esperienza Expo. E altre domande.

L’investimento ha restituito alla collettività ciò che la stessa ha investito?

Penso- ha concluso Ponzini- che queste manifestazioni siano superate, che i costi anche ambientali siano indigeribili. (a proposito: quanto cemento è servito per nutrire il pianeta? Poca sostenibilità nelle opere infrastrutturali..)… Bisogna tirarsi su le maniche …c’è tutto da fare..

Per quanto riguarda poi Piacenza, i dati definitivi verranno illustrati il 29 ottobre presso La Zolla, simbolo di questa esperienza. L’assessore Francesco Timpano, intanto, sempre nel corso della serata rotariana, si è detto soddisfatto dell’esperienza e del valore di Piazzetta Piacenza. Protagonisti i territori e le aziende. Protagonista soprattutto un fare squadra, ha rimarcato Timpano, puntato all’internazionalizzazione. Un metodo che, se portato avanti, darà a Piacenza nuove occasioni di visibilità e ritorno. Si spera.

Mirella Molinari
Mirella Molinarihttps://www.piacenzadiario.it
Mirella Molinari è una giornalista piacentina. Per 15 anni Direttore del Telegiornale di Teleducato Piacenza, è stata la prima donna a Piacenza alla guida di una redazione televisiva e una delle prime telereporter piacentine in grado di realizzare riprese e montaggi video. E proprio nel panorama della tv piacentina ha portato uno stile del tutto nuovo, più spontaneo e vero. E’ sua l’idea di un format di successo, come “Per la strada”: storie di vita vissuta, interviste girate tra le gente, nei bar all’aperto e nei luoghi simbolo della città. Come Direttore del Tg ha coordinato e condotto, oltre a due edizioni di news quotidiane, dirette elettorali, confronti politici, programmi di approfondimento e attualità come “Diario” e “Piacenza Europa”, di cui ha firmato centinaia di puntate. Responsabile anche del sito di Teleducato Piacenza fino al 2014, dal 2015 gestisce e coordina, insieme alla figlia, Laura Parmeggiani, il blog Piacenza Diario. Anche in questo caso, un primo esempio di approfondimento più vicino ai temi della gente, con lo scopo di raccontare storie vere e di raccogliere opinioni e commenti lontani da stereotipi omologati. Laureata in lettere e diplomata in pianoforte , Mirella Molinari è anche insegnante di musica e, sempre per la tv, ha curato programmi di divulgazione culturale/musicale. Tra i più apprezzati: “Scena e retroscena”, dedicato alla stagione lirica piacentina, con interviste, anticipazioni ed esclusivi “dietro le quinte” , ma anche le dirette delle prime del Municipale di Piacenza. Tra le tante, memorabile la 400esima recita di Rigoletto per Leo Nucci, condotta in diretta e in esclusiva da Mirella Molinari, nel 2008, per Teleducato. Ha curato documentari storici tra cui quello dedicato alla congiura farnesiana, in collaborazione con la Banca di Piacenza, “Margherita d’Austria, Duchessa dimenticata” e, ancora per la Banca di Piacenza, due documentari dedicati a restauri in San Sisto e presso la Collegiata di Cortemaggiore. Convinta della necessità di dare spazio ai giovani, ha ospitato in redazione decine di ragazzi, per una prima esperienza giornalistica. Ha coordinato e firmato il primo Tg realizzato da studenti, con il progetto triennale di videogiornalismo scolastico, in collaborazione con il Liceo Artistico Cassinari di Piacenza.
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