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ALTRO CHE FIORELLO A SCUOLA!

Molti hanno trasecolato vedendo su un social il video nel quale gli alunni della classe 5B della scuola piacentina “Caduti sul lavoro” dedicavano un saluto in rima a Fiorello. Certamente il video era stato spedito tempo prima a VIVA RAI2, ma ha colpito la doppia coincidenza: cioè la data del primo maggio in cui è stato trasmesso e il nome della scuola. Il giorno della festa dei lavoratori non esclude un pensiero dolente per chi sul lavoro ha perso la vita. Di certo la coincidenza è stata involontaria, ma vedere che il primo maggio, una classe della “Caduti sul lavoro” si esibisce in tale amenità strideva, è stato imbarazzante. Per utilizzare pubblicamente l’immagine di minori ci vuole l’autorizzazione dei genitori quindi si deduce che essi abbiano approvato l’iniziativa che invece dovrebbe indurre a una seria riflessione sulla scuola di oggi e su come vengono educati i nostri bambini. L’intenzione era forse quella di fare una cosa spiritosa, ma soprattutto di apparire in televisione, di “farsi vedere”.

È proprio questo uno dei rischi che corrono i nostri giovani: “farsi vedere” sui social purchessia, a qualunque costo. Chi è importante oggi? Chi si fa vedere soprattutto in TV anche se non fa nulla di utile. Se non ti mostri non esisti. La scuola non dovrebbe prestarsi a questo falso valore, non dovrebbe aiutare I bambini a rendere ossequio al vuoto ancorché divertente. Se un pensiero affettuoso e simpatico si vuol offrire lo si invii a bambini malati, a una classe gemellata, a uno scrittore, a un medico che salva la vita, ad anziani in ospizio, a chi ha inventato un gioco intelligente. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.

La TV e i social sono troppo invasivi e pervasivi, il compito degli adulti dovrebbe essere quello di sottrarre I giovani, soprattutto i più piccoli, a questa nefasta influenza. Coltivare lo spirito critico, proporre alternative, farle inventare dai giovani, questo dovrebbe essere invece un dovere primario della scuola. Anche a me Fiorello era simpatico fin quando, durante un festival di Sanremo, non si è esibito nella squallida caricatura di chi temeva gli effetti dannosi del ” vaccino”. Adesso che è accertato che il siero sperimentale anti Covid ha provocato anche effetti tremendi e persino mortali, che dice Fiorello? Non dovrebbe scusarsi? Con tutto il suo brio egli non merita certo il primo pensiero nella giornata dei bambini.

Invece leggete le parole che dicono gli scolari di questa classe piacentina che prendono Fiorello, personaggio dello spettacolo, come viatico per la giornata. Recitare un’Ave Maria in una classe di alunni che fanno l’ora di religione e si preparano alla Prima Comunione, non si può , dire stupidaggini e farlo in modo pubblico e ufficiale invece si. Pubblico perché visto in tutta Italia e ufficiale, perché l’hanno fatto insieme a Katia Tarasconi sindaco di Piacenza.

In altra occasione si parlerà sulle preghierine a scuola, preghiere che comunque non hanno impedito a tantissimi alunni di diventare adulti liberi e senza traumi psicologici. Oggi è invece urgente riflettere sul dominio che hanno sui giovani la vacuità e “l’immagine “. Ammirare vuoti personaggi televisivi o farsi plagiare dagli “influencer” rischia di omologare, banalizzare e svuotare, diciamo pure rimbecillire, i nostri giovani.

Il dovere degli adulti, genitori e scuola per primi, è di sottrarli a ciò, è quello di aiutare I ragazzi ad esprimere e valorizzare le loro personalità individuali. Compito difficile , lo so come genitore e come insegnante, lo so per la mia esperienza di incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, ma è un compito indispensabile, una responsabilità irrinunciabile. Credo che questo “scivolone” sia stato fatto in buona fede, senza rendersi conto di cosa potesse implicare e significare, ed è questo non rendersi conto che è grave, perché prova come si insinui subdolamente -quasi a nostra insaputa- questa mentalità dilagante, questo stravolgimento di valori. Prova del rischio che corrono soprattutto i giovani che invece devono essere la bella, buona e intelligente novità del mondo.
Bruna Milani

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2 Commenti

  1. Bellissimo articolo, nata da una profonda analisi intellettuale e culturale come siamo abituati dalla giornalista Bruna Milani.
    Ha ragione che certi social sono da dosare bene e certi programmi della RAI proprio da eliminare: rincoglioniscono e basta.

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