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Anche la piacentina Giuseppina Bridelli nel cast de “Il Tamerlano” di Vivaldi in scena al Municipale nel weekend

C’è anche una voce piacentina nel cast dell’opera in scena venerdì 20 gennaio alle 20.00 e domenica  22 alle 15.30 al Municipale. Giuseppina Bridelli, mezzo soprano, é interprete raffinata di vari generi, ma specialista apprezzata del genere barocco. Nell’opera proposta a Piacenza, nuovo allestimento, coproduzione dei Teatri di Ravenna, Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Lucca, Bridelli sarà Idaspe, in un cast complessivo di eccellenze del genere, a partire da Ottavio Dantone,  direttore musicale di Accademia Bizantina dal 1996, che anche a Piacenza dirigerà al cembalo le compagini vocali e strumentali. Nell’intervista Giuseppina Bridelli ci racconta qualcosa di più dell’opera, un allestimento in cui vedremo anche ballerini di break dance e ci parla della sua emozione nel ritornare a cantare nel teatro della sua città, per la prima volta in presenza dopo il lungo periodo di streaming a causa dell’emergenza Covid.

Un omaggio all’opera barocca, in questo caso ad una creazione di Vivaldi, che conferma l’attenzione della Fondazione Teatri di Piacenza verso ambiti musicali a torto ritenuti di nicchia, semmai aperti a nuove rivalutazioni grazie ad un accurato lavoro di ricerca. Certo, pagine musicali meno popolari rispetto a repertori più conosciuti, ma proprio per questo affascinanti e fonte di sollecitazioni e scoperte grazie ad uno studio in molti casi anche filologico e di restituzione.

Per gli amanti del genere, tra cui anche chi scrive, una grande opportunità per ascoltare e vedere dal vivo un’opera raffinata e ricca di forza emotiva.

Il Tamerlano, ovvero La morte di Bajazet, è un’opera con riverberi orientali, tragedia per musica in tre atti, su libretto di Agostino Piovene, che ripropone le gesta del grande conquistare dell’Asia Centrale. Lo spartito di Antonio Vivaldi, tratteggia personaggi e situazioni con varietà di sfumature timbriche e vivacità musicale.

Per l’allestimento proposto a Piacenza, esperti del settore, per una produzione che già sulla carta, garantisce uno spettacolo di alto livello, confermato dalle prime recite a Ravenna, pochi giorni fa e ben illustrato, anche quanto a valore della proposta, dal comunicato stampa di Fondazione Teatri Piacenza.

COMUNICATO STAMPA

Tra meraviglia barocca ed emozioni senza tempo, Il Tamerlano di Antonio Vivaldi va in scena venerdì 20 gennaio, ore 20, e domenica 22 gennaio alle ore 15.30 al Teatro Municipale, secondo titolo della Stagione Lirica 2022/2023 della Fondazione Teatri di Piacenza.

Opera bifronte, la cui prima ambiguità si svela già nell’oscillazione del titolo fra i suoi due protagonisti, Il Tamerlano, ovvero la morte di Bajazet [RV 703], sarà affidata alla sapienza musicale di Accademia Bizantina, che festeggia 40 anni di riscoperta del repertorio antico e barocco e di prestigiosi traguardi in tutto il mondo, in un nuovo allestimento con regia, scene e costumi firmati da Stefano Monti.

Su libretto di Agostino Piovene, l’opera debuttò nel Carnevale del 1735, su commissione dell’Accademia Filarmonica veronese. A 290 anni di distanza, questo allestimento del Tamerlano, titolo mai rappresentato prima d’ora a Piacenza, mira a sottolineare tanto la dimensione barocca quanto atemporale, perché per riprendere le parole di Ottavio Dantone, direttore al clavicembalo, “le emozioni sono le stesse di tre secoli fa, basta saperle trasmettere”. Un obiettivo perseguito anche nell’integrazione di diversi linguaggi: il teatro di figura ma anche la danza, che nelle coreografie di Marisa Ragazzo e Omid Ighani per la DaCru Dance Company diventa un’amplificazione degli stati d’animo dei personaggi.

Il Tamerlano, in quest’occasione proposto nell’edizione critica del musicologo Bernardo Ticci, con le variazioni apportate dallo stesso Dantone, annovera nel cast grandi specialisti di questo repertorio, a partire dal baritono Bruno Taddia, dal controtenore Filippo Minecciae dal contralto Delphine Galou – rispettivamente Bajazet, Tamerlano e Asteria – che avevano già partecipato all’incisione di Accademia Bizantina per l’etichetta Naïve Classique nel 2020; ad affiancarliFederico Fiorio come Andronico, Shakèd Bar come Irene, e la piacentina Giuseppina Bridelli nel ruolo di Idaspe.

Il disegno luci è di Eva Bruno, mentre i contenuti video e 3D sono curati da Cristina Ducci, le illustrazioni sono firmate da Lamberto Azzariti, le pitture su tela da Rinaldo Rinaldi e Maria Grazia Cervetti e le sculture da Vincenzo Balena.

L’opera è una coproduzione di Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Municipale di Piacenza, I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena e Teatro del Giglio di Lucca.

 “Da un po’ di anni si va affermando una tesi di critici e musicologi secondo i quali lopera barocca potrebbe diventare il teatro musicale del futuro – sottolinea il regista Stefano Monti – in ragione anche del fatto che il teatro drammatico del Sei-Settecento ha una forza emozionale senza tempo. (…) Pur se costruita attorno a personaggi con pertinenza storiografica, lopera in questione si caratterizza per una sua astoricità. Tutto sincentra sulle passioni, fino alla follia, il sublime si mescola con il terribile, la bellezza con la brutalità… Altro non sono che la continua oscillazione fra lalto e il basso della vita”.

Il pretesto è infatti storico quanto lo sono il sultano dell’Impero Ottomano Bayezid I e il condottiero mongolo Timur che lo fece prigioniero nella battaglia di Ancyra nel 1402; ma Il Tamerlano, o la morte di Bajazet – “pasticcio” in cui confluirono, come prassi per l’epoca, pagine di Vivaldi e materiali presi in prestito da altri compositori e altri titoli – è un trionfo di inazione su cui dominano le passioni. Un monolite di quasi kubrickiana memoria si staglierà sulla scena per perseguire la poetica della “maraviglia” barocca ma anche il senso di uno spazio fuori dal tempo.

 “Essendo un ‘pasticcio’ questa partitura si caratterizza ovviamente per una marcata varietà stilistica, ma la scrittura di Vivaldi è facilmente riconoscibile rispetto allo stile degli autori coinvolti, ovvero Broschi, Hasse e Giacomelli – spiega Ottavio Dantone – Il Vivaldi operista viene ancora oggi spesso sottovalutato: certamente nella sua produzione affiora l’urgenza compositiva e un certo carattere ‘imprenditoriale’, ma resta evidente la sua abilità di scrittura fatta di suadenti soluzioni melodiche, armoniche e ritmiche, che ci dà una visione estremamente connotativa del gusto teatrale dell’epoca. La filologia non è solo occuparsi della correttezza degli abbellimenti, delle articolazioni o dell’uso degli strumenti antichi. È soprattutto la conoscenza delle consuetudini e delle esigenze non solo espressive ma spesso anche pratiche del teatro barocco.”

 La dimensione barocca del titolo emerge anche dalla riproposizione dell’incontro fra teatro di figura e melodramma – un incontro già avvenuto nella Venezia del Seicento, dove il San Moisè fu il primo teatro lirico anche per marionette; nel tempo, musicisti quali lo stesso Vivaldi composero per il teatro di figura. Anche l’inclusione della danza ha ragione filologica, nei “balli” menzionati nel libretto originale (per quanto manchi evidenza di un corrispettivo musicale). In questo caso il lavoro della DaCru Dance Company si è concentrato sulla necessità di fare di cantante e danzatore un unicum, con il primo a rappresentare il corpo fisico e il secondo il corpo sottile, lo spazio delle risonanze, attraverso un linguaggio non convenzionale, grazie alla formazione Urban Fusion degli interpreti: Kyda Pozza, Davide Angelozzi, Elda Bartolacci, Graziana Marzia, Sara Ariotti e Alessandra Ruggeri.

 

 

Mirella Molinari
Mirella Molinarihttps://www.piacenzadiario.it
Mirella Molinari è una giornalista piacentina. Per 15 anni Direttore del Telegiornale di Teleducato Piacenza, è stata la prima donna a Piacenza alla guida di una redazione televisiva e una delle prime telereporter piacentine in grado di realizzare riprese e montaggi video. E proprio nel panorama della tv piacentina ha portato uno stile del tutto nuovo, più spontaneo e vero. E’ sua l’idea di un format di successo, come “Per la strada”: storie di vita vissuta, interviste girate tra le gente, nei bar all’aperto e nei luoghi simbolo della città. Come Direttore del Tg ha coordinato e condotto, oltre a due edizioni di news quotidiane, dirette elettorali, confronti politici, programmi di approfondimento e attualità come “Diario” e “Piacenza Europa”, di cui ha firmato centinaia di puntate. Responsabile anche del sito di Teleducato Piacenza fino al 2014, dal 2015 gestisce e coordina, insieme alla figlia, Laura Parmeggiani, il blog Piacenza Diario. Anche in questo caso, un primo esempio di approfondimento più vicino ai temi della gente, con lo scopo di raccontare storie vere e di raccogliere opinioni e commenti lontani da stereotipi omologati. Laureata in lettere e diplomata in pianoforte , Mirella Molinari è anche insegnante di musica e, sempre per la tv, ha curato programmi di divulgazione culturale/musicale. Tra i più apprezzati: “Scena e retroscena”, dedicato alla stagione lirica piacentina, con interviste, anticipazioni ed esclusivi “dietro le quinte” , ma anche le dirette delle prime del Municipale di Piacenza. Tra le tante, memorabile la 400esima recita di Rigoletto per Leo Nucci, condotta in diretta e in esclusiva da Mirella Molinari, nel 2008, per Teleducato. Ha curato documentari storici tra cui quello dedicato alla congiura farnesiana, in collaborazione con la Banca di Piacenza, “Margherita d’Austria, Duchessa dimenticata” e, ancora per la Banca di Piacenza, due documentari dedicati a restauri in San Sisto e presso la Collegiata di Cortemaggiore. Convinta della necessità di dare spazio ai giovani, ha ospitato in redazione decine di ragazzi, per una prima esperienza giornalistica. Ha coordinato e firmato il primo Tg realizzato da studenti, con il progetto triennale di videogiornalismo scolastico, in collaborazione con il Liceo Artistico Cassinari di Piacenza.
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1 commento

  1. La Fondazione Teatri Piacenza, guidata dal direttore artistico Cristina Ferrari, si conferma una eccellenza Italiana del, settore, dando spazio ad opere di nicchia e ad artisti, oltre che di primo livello, anche locali. Complimenti ancora una volta.

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