Referendum: esercizio di libertà e democrazia, preziosa occasione di dare la parola ai cittadini soprattutto quando pare che le decisioni dei governi non coincidano con la volontà della maggioranza della popolazione. Opportunità che ci è data in questi giorni con la raccolta di firme per poter sottoporre agli Italiani tre quesiti referendari proposti dal Comitato Generazioni Future e dal Comitato Ripudia la Guerra ai quali si sono unite altre associazioni.
Abbiamo imparato sulla nostra pelle, durante la pandemia e non solo, quanto sia importantissima e irrinunciabile la sanità pubblica. Ecco perché il primo referendum chiede di abrogare cioè cancellare, la legge che, riguardo ai finanziamenti europei per la sanità, consente non solo agli Enti Pubblici come le Regioni ma anche ai privati che operano nel settore, di partecipare alle decisioni sulle finalità pur essendo questi privati in palese conflitto di interesse. Con la cancellazione di questa legge non si intende impedire la sanità privata.
Il secondo quesito intende cancellare la legge sull’invio di armi all’Ucraina. Numerosi sondaggi ci evidenziano che circa il 70% degli Italiani è contrario a questo invio sia perché lo vieta la nostra Costituzione, sia perché non è stata attaccata l’Italia sia perché l’Ucraina non fa parte della NATO. Accoglienza, aiuti umanitari e medici sì , armi no anche perché le armi finora non hanno risolto nulla se non aumentare morte e distruzione e senza contare i risvolti economici quali il nostro impoverimento e spreco di risorse che potrebbero andare alla Sanità invece che alla produzione di armi.
Smettere di inviare armi (che di fatto ci fa belligeranti e quindi obbiettivo militare) è un invito a trovare altre soluzioni per raggiungere la Pace. Il terzo quesito intende cancellare il DCM con cui il governo ha derogato, quindi aggirato, il divieto esistente di inviare armi a Paesi in guerra. Se questo referendum avrà successo il Governo se in futuro vorrà aggirare la legge per inviare armamenti dovrà coinvolgere il Parlamento che dovrà assumersene tutta la responsabilità politica.
La raccolta di firme è iniziata il 22 aprile. Bisognerà raccogliere almeno 500mila firme ( meglio di più perché alcune potrebbero essere annullate) : solo così gli Italiani potranno votarli esprimendo il proprio parere su temi importantissimi per i quali sono state prese decisioni senza che la gente venisse coinvolta, ma sulla quale si riversano le conseguenze. Al di là di come la si pensi se siamo un paese veramente libero e liberale, veramente democratico e ugualitario diamo a tutti la possibilità di esprimersi e di scegliere. Possiamo farlo andando a firmare ai banchetti che vedremo in città e provincia o andando nei Comuni. A Piacenza in via Beverora al piano terra sportello QUIC tutti i giorni in orario d’ufficio.
Bruna Milani